Adriano Accattino - Lorena Giuranna

Adriano Accattino - Lorena Giuranna

RIFLESSIONI SULLA SCRITTURA POETICA DI EMILIO VILLA. Innanzitutto dobbiamo precisare che la scrittura poetica di Villa è cosa diversa dalla scrittura visuale, infatti scrittura visuale è una categoria molto più ampia della scrittura poetica in quanto solo in pochi casi la scrittura visuale diventa scrittura poetica. Nel caso diVilla il raggiungimento della poeticità è frequente in virtù della ricchezza ed abbondanzadel suo elaborato. La sua ricerca è molto diramata e coinvolge più campi di indagine e più strumenti di analisi. Possiamo individuare almeno quattro indirizzi di lavoro: in primo luogo la componente visuale del suo scrivere. L’ambizione estetica è facilmente rilevabile ad un primo impatto dello sguardo in quanto le sue pagine sono vere e proprie tavole visive, cioè non più solo pagine ma composizioni apprezzabili alla vista, senza necessità di lettura. 

Questo effetto è determinato dalla particolare disposizione delle parole nello spazio della pagina, dall’uso di inchiostri di colore diverso, dal movimento impresso dallo spostamento di frasi, dalla disseminazione di macchie, correzioni, frecce, sovrapposizioni di parole o lettere. Così la pagina di Villa appare come un campo di battaglia, un luogo movimentato dalla passione sicuramente estetica che la rende completa e autonoma già di per sé. Inoltre i testi poetici di Villa si raccolgono intorno a parole icona come Sybille, Labirinti, Trou, Mottetti, Taroc, Demoni, Zodiac. La datazioni dei suoi lavori poetici si ricava talvolta indirettamente dalle indicazioni che compaiono sulle carte di varia provenienza da lui utilizzate: buste di posta ricevuta, inviti a mostre, e altra posta. 

Un secondo aspetto della scrittura di Villa, altrettanto importante quanto la sua tensione estetica, si riscontra nell’articolazione sonora dei suoi testi. Villa è molto attento al gioco musicale delle parole, instancabilmente ricerca assonanze e consonanze, affinità sonore nel corpo delle parole. Produce elenchi di parole che via via variano per sostituzione successiva di lettere o sillabe che producono effetti sonori apprezzabili di per sé. Nascono così sequenze di parole che nel modificarsi continuo danno origine a un effetto musicale. Villa si rivela esperto conoscitore della metrica latina di cui lascia ampia testimonianza con l’uso degli accenti breve e lungo in numerosi testi. Un terzo elemento della complessità dei suoi scritti è costituito dal linguaggio nuovo che crea di continuo. L’ invenzione continua di parole può trovare ragione nella sua conoscenza di molte lingue di cui alcune straniere in uso ed altre invece morte cui conferisce nuova vitalità. 

Questo effetto linguistico espansivo è anche sostenuto dall’insofferenza di regole grammaticali e sintattiche: Villa pratica la libertà nella scrittura ed obbedisce esclusivamente al proprio istinto. Da questo atteggiamento derivano sia un'offerta abbondante di termini e vocaboli sia talvolta un’oscurità di comprensione nei modi tradizionali, ma anche un’apertura linguistica e un’efficacia espressiva secondo nuovi canoni sconosciuti. Dallo spiazzamento linguistico, dal coinvolgimento visuale e sonoro che i testi villiani producono si genera un effetto emozionale che, se proprio non coincide, almeno rasenta la poesia.